mercoledì 8 luglio 2009

Cerchi nel grano: Ruggeri e i crop circles

Oggi su Italia 1 è andata in onda la seconda puntata della trasmissione Mistero condotta da Enrico Ruggeri.


Siamo in Inghilterra, il 22 Agosto 1678 compare un dipinto anonimo. Lo sconosciuto illustratore ritrae il diavolo che sta arando un campo e si era ispirato a un fatto di cronaca, di cronaca locale. Il contadino avendo a che fare con un mietitore troppo esoso gli dice "meglio il diavolo", il giorno dopo cominciano a comparire dei disegni, i famosi cerchi nel grano.
Robert Plot indica subito una prima spiegazione parascientifica, correnti di vapore nelle parti alte dell'atmosfera, eppure dall'inizio del '900 i cerchi nel grano, i disegni misteriosi nei campi, cominciano a comparire in maniera sempre più frequente e le spiegazioni scientifiche sono sempre più disparate.


Ruggeri introduce così il documentario che di fatto costituirà la parte dedicata ai crop circles, ma in quelle poche frasi di introduzione si nascondono già numerosi errori.
Gli addetti ai lavori avranno senz'altro riconosciuto che la prima citazione è al famoso caso The Mowing Devil che ho già analizzato e chiarito qui da parecchi anni ormai.


Il diavolo non sta arando un campo, sta bensì falciando, mietendo, e quello non è il racconto di un fatto di cronaca ma è un pamphlet. Seguendo il link citato si capirà effettivamente che il pamphlet del diavolo mietitore non ha nulla a che vedere con i crop circles.
La citazione a Robert Plot si riferisce al libro A Natural History of Staffordshire del 1686 in cui Plot in maniera accurata descrive e interpreta delle formazioni nell'erba. Normalmente si trovano in rete citazioni acritiche come queste.
E' vero, non ho ancora pubblicato il mio articolo sul caso, ma ho raccontato pubblicamente la soluzione nel 2006 al X Convegno Nazionale del CICAP, e nel Maggio del 2007 al Museo Civico di Storia Naturale di Milano.
Anche il caso di Plot non ha nulla a che vedere con i crop circles.
Per finire, i cerchi non iniziano a comparire dall'inizio del '900, ma dall'anno 1980, anno più, anno meno.

Veniamo ora ai principali contenuti del documentario, le cui riprese risalgono in realtà al 2002 e la prima messa in onda dovrebbe essere datata Ottobre 2002 con il titolo Crop Circles: Mystery in the Fields per il canale Discovery Sci-Trek Channel, ora Discovery Science o Discovery Channel.

Qual è la posizione della scienza? Finora l'unico studio scientifico approvato è stato coordinato dalla BLT Research Team a Cambridge nel Massachusetts.


Le cose non stanno propriamente così, Levengood nel 1994 è riuscito a pubblicare un primo articolo sulla rivista Physiologia Plantarum, Levengood&Talbott (la referente "scientifica" che appare nel documentario) nel 1999 sono riusciti a pubblicare un secondo articolo sempre sulla rivista Physiologia Plantarum, nel 2001 Eltjo Haselhoff ha ottenuto la pubblicazione sempre sulla stessa rivista di un nuovo articolo e infine nel 2005 Grassi, Cocheo e Russo ne hanno pubblicato un altro che smentisce i tre precedenti articoli. La storia è lunga e merita di essere affrontata in un altro post.
Il documentario è del 2002 per cui non avrebbe potuto citare l'articolo del 2005, ma quello di Haselhoff che ha sollevato un'eco molto importante, sicuramente si.

Gli studenti del MIT si concentreranno sulle tre caratteristiche principali dei cerchi:
  • le cavità di espulsione nei nodi
  • le particelle ferrose nel terreno
  • e i disegni geometrici simmetrici


Qui veniamo al core su cui è basato l'impianto del documentario, con la consulenza di Nancy Talbott vengono identificati tre criteri di genuinità.
Tralasciando il terzo criterio (anche se bisognerebbe puntualizzare che Levengood, la Talbott e l'intero BLT sostengono che gli allettamenti naturali sarebbero delle Non Geometric Formations con le stesse anomalie anche di grado maggiore), ai ragazzi del MIT viene chiesto di ricreare nel proprio crop circle le prime due condizioni in maniera artificiale.

Lasciamo stare un attimo le presunte cavità di espulsione e le particelle ferrose e proviamo a seguire un percorso analogo identificando come anomalia chiave quella delle mosche morte. Immaginiamo cioè che venga interpellato un altro esperto e che questo chieda a quei poveri ragazzi di replicare il fenomeno delle mosche morte.
Ho già analizzato e sviscerato questa anomalia, qui potete leggere tutti i post che ne parlano, voi adesso sapete che le cose non stanno come vengono descritte. Le mosche morte non si trovano in tutti i cerchi (di fatto la leggenda nasce da una sola formazione) e la loro morte è causata da un fungo naturale.
Ma se foste stati nei panni di quegli ignari ragazzi, che cosa avreste fatto di notte per ricreare quella situazione? Vi sareste procurati sacchetti di mosche, colla e cannoni a microonde per bombardare le mosche dopo averle incollate con la proboscide sulle spighe?
E' evidente che la cosa non sta in piedi, ed è esattamente quello che è avvenuto nel documentario. E' stato chiesto di replicare un qualcosa assunto in maniera forzata come elemento anomalo discriminante, senza aver sviscerato l'affermazione di partenza.

Vediamo perché partendo dal caso delle particelle ferrose nel terreno.
E' vero che in molti cerchi vengono ritrovate particelle con le caratteristiche dichiarate?
No, è falso. L'unico caso veramente documentato è solo uno, di cui si sa con certezza il nome del circlemaker che ha realizzato la formazione e si sa anche che cosa ha sparso sulle spighe per creare l'artificio.

Il circlemaker in questione è il famoso Robert Irving e tutto il caso è ampiamente trattato e sviscerato da Ronald Ashby su queste pagine:
The H-Glaze Explained (versione su Web Archive)
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/H_Glaze_0.htm
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/H_Glaze_1.htm
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/H_Glaze_2.htm
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/H_Glaze_3.htm
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/H_Glaze_4.htm
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/H_Glaze_5.htm
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/H_Glaze_6.htm
http://www.xstreamscience.org/H_Glaze/Addendum.htm

Questi sono i disegni delle formazioni contigue in cui vennero rinvenuti i depositi. La scoperta delle formazioni e dei depositi avvenne sul campo già mietuto:


Questo è il contenitore del materiale che Irving sparse sulla formazione:


Dettaglio di una spiga ricoperta di materiale:



Una delle prove oggettive schiaccianti. Irving era in possesso di una foto delle due formazioni prima ancora che la coltivazione fosse mietuta, nessun altro al mondo era a conoscenza della locazione di quella formazione prima della mietitura e non esistono altre foto pre-mietitura:


L'anomalia delle particelle ferrose ha quindi un percorso analogo a quella delle mosche morte, è una leggenda originatasi da un'unica formazione di cui si conosce (basta impegnarsi un po') l'autore (Robert Irving) e la genesi della leggenda stessa. Aveva senso chiedere a dei ragazzi di inventarsi un cannone-spara-particelle di ferro?

Rimane quindi la presunta anomalia delle (così chiamate) cavità di espulsione nei nodi.
Qui la situazione è più complessa da affrontare, quello che viene mostrato nel documentario e nelle foto sui libri o sul web, sono situazioni di questo tipo:




Quello che viene raccontato è che onde elettromagnetiche siano in qualche modo coinvolte. Levengood&Talbott sostengono che l'origine dei crop circles sia dovuta a un fenomeno atmosferico ignoto quale il presunto vortice di plasma, mentre Haselhoff introduce la presenza di una BOL (Ball Of Light) irraggiante la coltivazione. Secondo queste due versioni, onde elettromagnetiche di frequenze non meglio precisate dovrebbero originarsi sia all'interno dei vortici di plasma che dalle BOL.
Forse non tutti sanno che parlare di onde elettromagnetiche vuol dire tutto e niente, è onda elettromagnetica la luce del sole che ci consente di vedere con i nostri occhi il mondo che ci circonda, sono onde elettromagnetiche le onde radio che ci consentono di comunicare a distanza, sono sempre onde elettromagnetiche i raggi X che vengono utilizzati per fare le radiografie, sono ancora onde elettromagnetiche le cosiddette microonde usate nei forni che abbiamo in cucina e che consentono di riscaldare e trasferire velocemente calore alle pietanze oppure i raggi UV (ultravioletti) da cui dobbiamo proteggerci l'estate con le creme.
Quello che distingue tutte queste onde elettromagnetiche è un parametro chiamato frequenza.
In questa immagine sono identificate le varie tipologie di onde elettromagnetiche in base alla frequenza con un dettaglio sullo spettro del visibile:


Bene, fra tutte queste tipologie di onde, le microonde giocherebbero (il condizionale è d'obbligo) un ruolo chiave nella generazione delle presunte cavità di espulsione che si trovano citate anche come nodi esplosi.
Si, il concetto è ancora quello dei pop-corn nel forno a microonde, un trasferimento repentino di energia all'acqua contenuta nel nodo della pianta porterebbe rapidamente l'acqua allo stato di vapore che dovrebbe trovare sfogo da qualche parte per poter uscire e creerebbe quindi un foro, una cavità nel nodo stesso.

Ancora una volta è lecito porsi domande, è vero che fornendo energia ad una spiga con delle microonde si riesca a provocare solo un nodo esploso evitando di far rinsecchire l'intera pianta?
E' forse possibile che quel tipo di situazioni sul nodo possano essere ricondotte a diverse cause slegate fra loro come ad esempio insetti parassiti, agenti patogeni o reazione a stress meccanico da parte del nodo?
Nessuno dei sedicenti esperti ha affrontato a 360 gradi la questione e quindi il mito ormai condiviso è che gli steli siano irraggiati da onde elettromagnetiche che causano ciò che viene chiesto ai poveri ragazzi del MIT di riprodurre con dei cannoni elettromagnetici nel campo.

Per tagliare la testa al toro, abbiamo però un controesempio molto efficace ed importante. Nel 2005 venne chiesto al Team Satan, i circlemakers che stanno dietro a questo sito, di creare una formazione con i cerchi olimpici e così questa fu realizzata.
All'interno di quella formazione, di sicura paternità umana quindi, vennero successivamente trovate e fotografate situazioni di questo tipo:




Le immagini sono tratte dal forum del sito cropcircleconnector.

C'è bisogno di commentare?
Qualunque sia la causa di quel tipo di situazione, essa si verifica anche in formazioni realizzate con certezza dall'uomo, non solo... ma per stessa "ammissione" involontaria di Levengood e Talbott, quelle situazioni si trovano anche e con incidenza superiore in allettamenti naturali:
[...] Although many crop formations with very irregular outlines have been attributed to wind damage or overfertilization, we have determined that the same type of complex energy systems appears to be involved in their creation as in those displaying more geometric patterns. In fact plant damage of greater magnitudes and of more complex distributions occurs within the more irregularly outlined crop formations.


Si sta parlando cioè di queste cose:


L'immagine è tratta da questa pagina:
http://www.bltresearch.com/otherfacts.php

e la relativa didascalia recita così:
Laboratory tests on plants taken from non-geometrically downed areas like these, in many different countries, often reveal the same changes found in plants from crop circles of more "geometric" design.


Aveva senso chiedere a dei ragazzi di portare un magnetron in campo per sparare microonde sulle spighe?


Mi permetto qualche commento ad altri frammenti del documentario...

"Qui c'è un fosso! Grazie."
Dom, Lisa e Dave capiscono cosa hanno passato i creatori dei cerchi, vagare per i campi nel mezzo della notte è una vera impresa.
"Bene, iniziamo a tracciare il cerchio".
Dopo quasi un'ora Dom, Lisa e Dave iniziano a lavorare metodicamente. Hanno tracciato il cerchio e ora iniziano a piegare le spighe con la tecnica della tavola e delle corde. Si muovono sul campo come una squadra paramilitare, hanno anche lo stesso equipaggiamento, occhiali per la visione notturna e GPS...


No, muoversi di notte nei campi non è affatto un'impresa, chiaramente bisogna saperlo fare, ma non richiede abilità particolari.
Si vedono poi i tre ragazzi bardati di occhiali per la visione notturna e la voce fuori campo cita il GPS. No, anche questo è un clamoroso errore, gli occhiali per la visione notturna e il GPS non servono proprio a nulla se uno vuole realizzare un crop circle, bastano e sono più che sufficienti i propri occhi e i metri a nastro che danno sul campo una precisione di gran lunga superiore a quella dell'attuale sistema GPS.
E' evidente che i tre ragazzi siano dei totali sprovveduti relativamente al circlemaking e che quella è la loro prima esperienza.

Subito dopo Jim Schnarbel (sic), un collaboratore della CIA, ha scritto un libro in cui sosteneva che il fenomeno era solo una truffa.


Il cognome corretto è Schnabel, questo è il suo sito e Round In Circles è il libro che cita Colin Andrews.


Jim Schnabel non era un collaboratore della CIA, siamo come al solito nel campo delle urban legends.

La maggior parte delle teorie sembra poggiare sui vortici di plasma.
[Colin Andrews] Cosa sono i vortici di plasma? Sono mulinelli d'aria elettricamente carichi e luminosi, che si vedono anche di notte, alcuni li collegano al passaggio degli UFO.


Qui c'è qualcosa che non torna e dovendomi affidare solo al voice-over italiano esprimo la mia perplessità. Colin Andrews è stato (da un certo punto della storia dei cerchi) insieme a Pat Delgado uno dei più acerrimi nemici di Terence Meaden, che è il papà dell'idea dei vortici di plasma.
Meaden (e poi Levengood, Talbott e tutto il BLT) vedeva il presunto vortice di plasma come causa dei crop circles, un fenomeno meteorologico tutto nuovo e da studiare.
Andrews e Delgado non sopportavano questa cosa, non poteva esserci solamente un nuovo fenomeno atmosferico dietro ai cerchi, ci doveva essere almeno un'intelligenza che il vortice di plasma non avrebbe mai potuto avere.
Qui invece vediamo bellamente Andrews, a distanza di anni, dare per scontata l'esistenza dei vortici di plasma, o c'è una traduzione errata in italiano oppure per qualche motivo Colin Andrews non è più interessato a questi dettagli che una volta erano così importanti.

[Simeon Hein] Il problema di questa teoria (i vortici di plasma, nda) è che i disegni di molti cerchi sono ben definiti e regolari, troppo! per madre natura.


Giusto, ottima osservazione più volte ribadita e condivisa sicuramente da moltissimi sostenitori di Levengood, Talbott e del BLT i quali però purtroppo ignorano che è proprio Levengood, Talbott e il BLT a sostenere l'ipotesi dei vortici di plasma.
Curiosità per i lettori, Simeon Hein scrive su questo sito, questo blog e ha una visione abbastanza sorprendente del fenomeno.
Hein sa benissimo che i cerchi sono realizzati dagli uomini ed è anch'egli un circlemaker, qui ci sono testimonianze di cerchi realizzati da uomini, mentre da qui si possono commissionare formazioni.
Hein però sostiene (e questo è comune a una certa corrente di circlemakers) che le formazioni seppur realizzate dagli uomini portino con sé una certa dose di effetti strani, misteriosi e paranormali.

Ancora Ruggeri:
Il 90% delle spighe subisce profonde mutazioni genetiche, inoltre all'interno di questi giganteschi disegni è stato ritrovato ferro meteoritico. Come si spiegano questi dati?


Nessuna mutazione genetica, è pura leggenda, sul ferro meteoritico abbiamo abbondantemente commentato.

Il servizio termina con delle riprese di Ruggeri che intervista Pino Morelli (Giornalista Esperto di Misteri) all'interno della prima formazione italiana (25 maggio 2009), quella di Brugherio.

[Pino Morelli] Non noto dei particolari, diciamo così, tecnici che normalmente possono avvenire per esempio prendendo una spiga o qualsiasi o particolare. Normalmente ci sono qui (indica un nodo, nda) dei rigonfiamenti particolari che scoppiano come se fossero dei pop corn, diventano bruciati e piegano la spiga in una maniera naturale, non come sto facendo io. Questo è il classico caso dei più inspiegabili crop circles.


Morelli quindi ribadisce il concetto delle cavità di espulsione che abbiamo commentato prima e aggiunge però un particolare, la piegatura della spiga.
Detta così sembrerebbe che se si trova un nodo di una spiga piegato, allora questo vorrebbe dire che la spiga dovrebbe essere stata coinvolta nel processo misterioso di creazione di un crop circle.
Le cose non stanno così, la piegatura del nodo (ginocchiatura) è la reazione più normale che una spiga possa mettere in atto quando per un motivo o per l'altro (pioggia, grandine, vento, tavola da circlemaker...) viene prostrata per terra.
La spiga infatti, se è ancora viva, tende ad accrescere asimmetricamente una parte del nodo in modo da creare proprio un allungamento del nodo stesso per far rialzare la spiga.
In questo processo è pesantemente coinvolto un ormone che si chiama auxina, ma vi rimando a questo articolo di Margherita Campaniolo che entra in maggiori dettagli.

I nodi sono geneticamente programmati per piegarsi e far rialzare la pianta, qui vediamo degli esempi:




Ancora una volta queste foto ritraggono spighe appartenenti alla formazione dei cerchi olimpici citata precedentemente e realizzata dal Team Satan.
Anche negli allettamenti naturali si trovano i nodi allungati, come abbiamo detto per la spiga non fa differenza se a buttarla giù è un agente atmosferico, un animale, il piede di un uomo o una tavola di legno, se la spiga è viva tende a rialzarsi.

Il servizio volge alla fine:
[Ruggeri] Perché quindi come dire le spighe subiscono una specie di mutazione...
[Morelli] C'è sicuramente un intervento straordinario che gli scienziati checché se ne dica perché qui non stiamo parlando di persone così attempate o principianti, in questo caso io scientificamente non sono neanche un principiante in quanto non sono uno scienziato ma ci sono equipe molto accreditate e che studiano ormai da anni questo fenomeno e lo accreditano come anche una componente rivoluzionaria e scientifica.


Qui, ad di là del giro di parole un po' audace (purtroppo le interviste in diretta normalmente costringono l'interlocutore a improvvisare), il concetto espresso è che "equipe accreditate studiano da anni il fenomeno e lo avallano scientificamente".
Dietro la parola equipe per chi ancora non lo avesse capito, c'è il BLT e quindi ancora una volta Levengood e Talbott.
Ripeto allora che nel 2005 io, Claudio Cocheo e Paolo Russo abbiamo pubblicato un articolo scientifico che smonta anche le pubblicazioni di Levengood e Talbott a cui Morelli si riferisce in questo frammento.

Per chiudere in bellezza però citerei le parole del Dr. Vaughan Hurry, Subject Editor della rivista Physiologia Plantarum sulla quale furono pubblicati gli articoli di Levengood e Talbott, il quale nel 2004 si espresse invece così:
Email Sent: monday 23 february 2004 11.50

Subject: Manuscript PPL-2003-00411 Decision

Editorial decision: Reject without review


Dear Dr. Francesco Grassi,

I have read your paper 'Balls of light: the questionable science of crop-circles formations' (PPL-2003-00411) submitted to Physiologia Plantarum. I have gone back and read these 2 previous papers and the comments on them and looked at their citation histories. The 1994 Levengood paper was self-cited in the follow up paper in 1999, which in turn was only ever cited in Haselhoff's and Deardoff's comments in 2001.

I have read your letter and your manuscirpt several times. While you have been more polite than I would be, in describing this as "questionable science", I think we agree that this topic is more suited to the popular press than to a scientific forum. The original papers were submitted to the journal and were subjected to the normal peer-review and were, regrettably in my view, recommended for publication and therefore published. Your point is that, given that this journal has published in the past papers that were questionable, in your view and mine, then this journal is therefore the best place to continue this discussion. I understand your point of view and I respect your wish to set the record straight, as you see it, but I must disagree.

The original papers by Levengood were published, and comments/criticisms of these were also subsequently published (Haselhoff 111(1) & Deardorf 111(1)) - inadequate though you may feel these were. After serious consideration I believe that to "continue this discussion", when clearly from the citation record there is not a scientific discussion in progress, only gives gives it substance and credibility it does not merit. I can therefore not accept your manuscript for publication in our journal.

I am sorry to disappoint you but I wish you every success in publishing your paper in a more appropriate forum.

Yours sincerely,

Dr. Vaughan Hurry

Subject Editor
Physiologia Plantarum


E così nel 2005 il nostro articolo fu pubblicato sulla rivista JSE (Journal of Scientific Exploration).

Siamo nel 2009 e ancora questa cosa non viene recepita dagli esperti, è facile immaginare perché.

Il bilancio finale del servizio del programma Mistero sui crop circles è quindi assolutamente negativo:
  • testi degli autori del programma letti da Ruggeri, assolutamente sbagliati
  • un documentario del 2002 riciclato e assolutamente privo di senso logico
  • infine un'intervista senza contenuti informativi all'interno di uno scadente crop circle italiano di cui l'esperto in campo non è stato in grado di identificare o meno la paternità umana



Francesco Grassi

6 commenti:

Claudio Casonato ha detto...

Ciao.

Bell'articolo!

Ti ho aggiunto tra i 'links amici' del mio blog.

Francesco Grassi ha detto...

Grazie mille Claudio.

Enrico ha detto...

Meno male che c'e' il CICAP... non hai idea della fatica che ho dovuto fare (articoli di cicap.org alla mano!) per convincere qualche amico della infondatezza delle tesi di "Mistero"!
Basta un po' di pseudoscienza e ne arrivano come mosche sul miele...

Ovviamente il tuo articolo e' perfetto, quindi l'ho girato a mezzo mondo; aspetto seguiti!

Francesco Grassi ha detto...

Grazie mille Enrico, gli incoraggiamenti sono sempre benvenuti e danno un senso alla divulgazione che facciamo.

A presto

Bruno Mora ha detto...

Sono iscritto al CICAP da anni e devo dire che si tratta di una delle scelte più felici che abbia fatto.

Grazie per il suo lavoro e gli illuminanti articoli sul pur affascinante mondo dei "crop circles".

Bruno

Francesco Grassi ha detto...

Grazie a te Bruno!