sabato 29 agosto 2009

Cerchi nel grano: Beckhampton 2001 e il sushi

Oggi vi voglio raccontare di questo cerchio (Beckhampton, nr Avebury, Wiltshire. Reported 24th July 2001):
e del link che ha con l'indiano a destra in questa immagine:

Andiamo per gradi, da dove proviene l'immagine dell'indiano?
Da un film un po' particolare, si chiama Alferd Packer: The Musical, ecco una locandina:
Fra gli attori di quel film c'è Masao Maki, diamo un'occhiata a quello che riporta la pagina trivia del film:
Masao Maki, who plays the Indian chief, is actually the owner of Sushi Zanmai in downtown Boulder, where UCB is located and where Trey Parker and Matt Stone attended college while this movie was being made.

Altra chicca, vi dicono niente i nomi Trey Parker e Matt Stone?


Ma torniamo al nostro Masao Maki e al suo locale Sushi Zanmai, proviamo a fare un giro per vedere dove si trova?
Ecco qui Boulder, è in Colorado:
Una piccola ricerca e scopriamo l'indirizzo del locale:
1221 Spruce St
Boulder, CO 80302-4805
(303) 440-0733

Molto bene, andiamoci con Google Street View:
Cominciate a vedere la relazione fra la formazione inglese e Masao Maki? Proviamo a fare uno zoom sull'insegna:
e riguardiamo la formazione del 2001:
Si, Beckhampton del 24 Luglio 2001 è la riproduzione del logo del locale Sushi Zanmai di Masao Maki.

Ma come mai è potuto avvenire?
Bene, qui si può leggere:
Beckhampton Crop Circle Experiment - July, 2001
This formation below was made according to researcher Masao Maki's specifications to test whether human circlemakers could make a complex design. The pattern is based on the logo for his restaurant seen below. The formation was constructed in three hours at night by Matthew Williams and his associates with the permission of the farmer.

Fate attenzione, quella formazione si trova normalmente in giro nei siti web e nei forum dei believers ed è accreditata come una delle più genuine del 2001.

Grazie Matthew.


Francesco Grassi

venerdì 21 agosto 2009

Cerchi nel grano: Piero Angela, i porcospini e il CICAP



Per farsi un'idea della storia che sto per commentare è necessario leggere le seguenti pagine web pubblicate sul sito luogocomune e tutti i relativi commenti:


Massimo Mazzucco, il webmaster del sito in questione, ha pubblicato recentemente un nuovo articolo (Piero Angela non dice la verità) in cui critica Piero Angela e quindi il CICAP per un recente servizio andato in onda nella trasmissione Superquark.

Non ho intenzione di commentare tutto il video, ma mi limito solo alla parte in cui sono direttamente chiamato in causa relativamente ai cerchi nel grano.

Riporta Mazzucco nel video:
[...] Un’alta tecnica del debunking alla quale il CICAP ricorre spesso, è quella di mescolare con grande disinvoltura verità plausibili con falsità evidenti, in modo da poter scartare facilmente le prime insieme alle seconde, mentre confonde le idee alla gente invece di chiarirle.

Facciamo un piccolo esempio. Nel 1991 il CICAP ha pubblicato un articolo sui cerchi nel grano a firma di Luigi Garlaschelli, uno dei suoi elementi di punta.

Dunque, per comodità del lettore riporto alla fine di questo post l'intero articolo di Garlaschelli del 1991. Ci si potrà quindi fare un'idea corretta di quello che lì è espresso e in che modo.
PIERO ANGELA (in una trasmissione TV presenta Garlaschelli): Il dottor Garlaschelli è chimico all'università di Pavia, e ha fatto varie sperimentazioni per il CICAP in passato.

MAZZUCCO: Nel suo articolo Garaschelli elencava le cause più o meno probabili di questo fenomeno, e fra le altre cose scriveva: "Pare anche che alcuni animali, come cervi o daini, girando in tondo nei loro riti di corteggiamento, lascino a volte nell'erba tracce piu' o meno circolari."

Si, il frammento si può leggere nell'articolo completo riportato in fondo a questo post. Come si può vedere i porcospini non erano citati da Garlaschelli e la FAQ a questa pagina chiarisce proprio questo.

E comunque anche se è altamente poco plausibile che dei porcospini possano aver dato origine alle prime formazioni circolari degli anni '80, è vero invece che i porcospini spesso corrono e si muovono in cerchio:


Poteva anche sembrare una boutade, ma curiosamente, nello stesso periodo, uscivano altri articoli, su testate diverse, in cui noti “ricercatori” affermavano che:

Mazzucco comincia ad avere qualche problema perché non ha idea di ciò di cui sta parlando.
I ricercatori citati sono Pier Luigi Sani, Presidente Onorario del CUN (Centro Ufologico Nazionale) venuto a mancare nel 1999, e Edoardo Russo, Presidente del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici).
La rivista da cui sono tratte quelle affermazioni è il numero 226 del Giornale dei Misteri che contiene tre articoli sui crop circles, uno di Sani e due di Russo.
L'articolo di Garlaschelli è dell'Ottobre 1991 sulla rivista CICAP (diventerà poi Scienza&Paranormale) ANNO III N. 3, il Giornale dei Misteri n. 226 è dell'Agosto 1990).
Quindi, le testate (su cui uscivano altri articoli) non sono diverse, il periodo non è lo stesso (c'è più di un anno di differenza) e che cosa ci sarebbe di curioso nel fatto che un articolo del '91 citi una fonte del '90?
Forse Mazzucco vorrebbe ridicolizzare con le virgolette le figure di Sani e Russo?
Forse intende dire che ci sarebbe stato un accordo fra CICAP, CUN e CISU?
Non si riesce veramente a capire il senso di quella frase che ha invece l'unico scopo di introdurre le due citazioni seguenti:
[TESTO ARTICOLO] "Esistono, oltre a quelle considerate, anche ipotesi minori. Una per esempio è quella che imputa i cerchi all'azione di animali in fregola: daini, porcospini o volpi che nei loro giochi di corteggiamento girerebbero in tondo nei campi di cereali".

Era una citazione dall'articolo di Pier Luigi Sani, mentre quest'altra è di Edoardo Russo:
E ancora: [TESTO ARTICOLO] "Secondo alcuni cacciatori della zona si tratterebbe dei segni lasciati dai caprioli durante il corteggiamento, nel quale il maschio rincorre la femmina girando in tondo e calpestando con gli zoccoli l'erba, che resterebbe schiacciata per alcuni giorni e poi a poco a poco si rialzerebbe".

Ecco il commento finale:
MAZZUCCO: Bisogna dire che in certi casi deve trattarsi di femmine molto difficili da conquistare, visto il tipo di inseguimento a cui il maschio viene obbligato.

Battuta senza senso. Gli esseri viventi hanno comportamenti veramente particolari, cito ad esempio la Waggle dance delle api durante la quale percorrono delle figure a forma di 8.
E comunque nè Garlaschelli, nè Sani e nè Russo sono gli inventori di quelle affermazioni, magari in un post successivo avrò modo di raccontare qualcosa di più.
In seguito il CICAP ha cercato di dissociarsi dall’affermazione, decisamente imbarazzante, di Garlaschelli, citando una sua frase dallo stesso articolo: “E' difficile credere – scriveva Garlaschelli - che cause del genere possano rendere conto di tracce cosi' nette”.

Ma per favore, Garlaschelli cita le ipotesi e le commenta, non c'è nessuna affermazione decisamente imbarazzante da cui dissociarsi.
Ma allora perchè citarle in primo luogo? A parte la ben poca scientificità di termini come “pare”, “ a volte”, o “più o meno”, ma a cosa può servire inserire una causa che è sicuramente falsa, se non a confondere le idee del lettore?

Ma non sono affatto citate in primo luogo, basta leggere il testo completo dell'articolo riportato in fondo, chi ha le idee confuse è solo Mazzucco.
Si fa veramente fatica a seguire il filo di quello che vorrebbe dire.
In qualsiasi articolo (anche in quelli scientifici) è normale citare, per dovere di completezza, ipotesi anche completamente sballate e senza senso ovviamente riservandosi di commentare il tutto.
MAZZUCCO: Quando luogocomune denunciò il fatto, all'inizio del 2008, il CICAP discese in forze sul nostro sito, per difendere la loro posizione. Guidati da Francesco Grassi, il loro esperto, gli uomini del CICAP ci hanno inondato con una mole impressionante di documentazione e di informazioni apparentemente molto convincenti. Solo dopo un mese di discussioni, che ci hanno portato ad intervistare gli scienziati direttamente coinvolti nella ricerca sui crop circles, è emerso che il CICAP avesse accuratamente evitato di citare alcuni dati scientifici, da loro rilevati, che di fatto rendevano inspiegabile il fenomeno in termini umani.

Tutto assolutamente travisato, se avete la pazienza di leggere articoli e commenti capirete che la cosa non sta proprio in piedi:

Posto di fronte a questi quesiti in modo chiaro e diretto, Francesco Grassi prima ha preso tempo, poi ha cercato di aggirare la questione, e infine sia è ritirato in buon ordine, senza mai fornire le risposte richieste. Tutto ciò è verificabile da chiunque nell'articolo di luogocomune "La verità sui crop circles – Intervista a Nancy Talbott".

Ecco appunto, leggete l' articolo e tutti i commenti.
Sono andato via perché la comunicazione è impossibile, non si riesce proprio a dialogare e ad intendersi su concetti e logiche comprensibili anche ad alunni delle scuole primarie.
Il commento di Stanislao (Inviato: 21/3/2008 7:56 Aggiornato: 21/3/2008 7:56) riassume molto bene il concetto [FG3 sono io, Redazione è Mazzucco]:
Re: La verità sui crop circles – Intervista a Nancy Talbott

Dal copione originale del film “Non guardarmi... non ti sento.”

FG3 (alias Richard Pryor)
Citazione:
Doug & Dave hanno rappresentato la corrente principale del circlemaking, ma in realta' sin dai primi anni '80, quando i crop circles stavano conquistando il consenso del pubblico locale (UK), altri circlemaker gia' agivano sui campi.


Redazione (alias Gene Wilder)
Citazione:
Per quel che riguarda gli anni ‘80-’90, mi sembra di capire dalla tua risposta che il CICAP attribuisce tutti i crop circles fatti in quel periodo a Dough and Dave.

Proseguiamo:
Nonostante la sua incapacità di rispondere ai riscontri scientifici, il CICAP continua spudoratamente a sostenere sul suo sito che tutti cerchi nel grano siano opera di presunti artisti del territorio, che secondo loro passerebbero intere estati, ogni notte, a disegnare le centinaia e centinaia di figure che compaiono ormai ovunque nel mondo, senza essere nè pagati nè voler essere riconosciuti per la loro eccezionale abilità.

A conforto di questa risibile spiegazione, ovviamente, i nostri paladini del metodo scientifico non offrono la minima prova tangibile di quanto affermato.

Falso, io e tutto il gruppo di studio del CICAP sui crop circles abbiamo prodotto una quantità notevole di materiale e articoli, basta partire da qui o da qui nel mio blog.

E non siamo certo gli unici a criticare il CICAP per i loro metodi ingannevoli e distorti.

Segue estratto dal documentario “Crop Circles – The best evidence”, nel quale il CICAP viene accusato di malafede, e di nascondere al pubblico le vere informazioni sui cerchi nel grano.

Yawn, ne sono passate di spighe sotto le tavole da allora, l'ultima esibizione pubblica è questa.
Regolarmente poi eseguo crop circles di cui non dichiaro di essere autore, che rimbalzano su tutti i siti e forum dei believers.
Sinceramente questo tipo di critiche fanno proprio sorridere.

Dopo la firma ricopio l'articolo originario di Luigi Garlaschelli, buon proseguimento.


Francesco Grassi



La burla dei cerchi

Il 10 Settembre 1991 le prime pagine di tutti i quotidiani rivalavano che i misteriosi "cerchi nel grano" erano opera di due burloni. Ecco un riepilogo sulla storia dei cerchi e la sua prevedibile conclusione.

di LUIGI GARLASCHELLI


All'inizio degli anni '80 nei campi di grano coltivato sulle dolci ondulazioni del terreno del Wiltshire, nell'Inghilterra meridionale - non lontano da Westbury e Stonhenge - cominciarono ad apparire strane tracce circolari. Si trattava di cerchi perfetti , dai bordi molto netti, all'interno dei quali le spighe erano piegate a spirale, ma non spezzate; queste tracce, inizialmente semplici cerchi isolati, divennero col passare degli anni sempre piu' complesse: piu' cerchi in formazione, cerchi ed anelli concentrici, fino alle ultime apparizioni di complicati geroglifici o pittogrammi, con piu' cerchi collegati tra loro, con tratti rettilinei, corone e appendici varie.
Queste tracce divennero ben presto celebri in tutto il mondo per il loro indubbio fascino misterioso. Nessuno sapeva - o voleva - dire chi o che cosa le avesse prodotte (1). Le principali ipotesi sull'origine dei cerchi erano tre: fenomeno naturale; tracce di UFO , oppure opera umana.

E' ovvio che gli ufologi ed altri analoghi esemplari umani si interessassero molto all'enigma, soprattutto in Inghilterra. Un riassunto sullo stato delle ipotesi dopo circa dieci anni dalla comparsa delle prime tracce si puo' trovare sul "Giornale dei Misteri", n. 226, agosto 1990, pagg. 50-54, in un articolo di P.L. Sani, ufologo. (E' questo uno dei pochi articoli di questa pubblicazione, credo tristemente nota agli amici del CICAP, che mi sentirei forse di sottoscrivere). Nel 1991 e' poi comparso anche il volume "L'enigma delle tracce circolari" (Ed. Armenia, Milano), che raccoglie le traduzioni dei libri "Circular Evidence" e "Crop Circles: the Latest Evidence", di Pat Delgado e Colin Andrew, due inglesi che sono i piu' noti studiosi dei cerchi e sostenitori - tra le righe - dell'ipotesi ufologica. Il volume italiano e' una documentazione che , per lo meno, ha reso accessibili i dati del problema , con dovizia di foto e particolari, anche al grande pubblico oltre che ai soliti "addetti ai lavori".


TANTE IPOTESI

I pro e i contro delle ipotesi sopracitate si possono riassumere come segue.

Cause naturali: si sono invocate le forze piu' diverse: venti e trombe d'aria, energia solare, movimenti tellurici, "vortici di plasma", funghi, movimenti di animali, ecc. Alcuni di questi fattori potrebbero sembrare verosimili. Per esempio, un forte vento puo' in effetti "ammaccare" un raccolto in aree limitate senza toccare quelle adiacenti; ma queste tracce hanno forme irregolari , ben diverse dalla geometrica perfezione dei cerchi misteriosi.
Esistono poi particolari funghi il cui micelio si propaga radialmente sotto terra da un punto centrale, per poi emergere a dare - su terreni lisci - cio' che appare come un cerchio di polvere chiara. Sono i cosiddetti "cerchi delle streghe", uno dei quali fu riconosciuto come tale dal vicepresidente del CICAP, Prof. Piazzoli, a Voltassio (2).

Pare anche che alcuni animali, come cervi o daini, girando in tondo nei loro riti di corteggiamento, lascino a volte nell'erba tracce piu' o meno circolari. Si dice , infine, che se si cerca bene si trova sempre un "esperto" che avalli qualunque teoria. Puntualmente, un metereologo inglese, Terence Meaden, ha elaborato la teoria dei"vortici di plasma rotanti" (3,4,5) ; anche altri scienziati hanno tentato spiegazioni (6). E' difficile credere che cause di tale genere possano rendere conto di tracce cosi' nette , del fatto che esse siano comparse all'improvviso negli anni '80 senza essere mai state osservate prima, e che la loro complessita' si sia inoltre evoluta nel tempo (7).

UFO: Secondo questa ipotesi, le tracce sarebbero lasciate da UFO, forse atterrati nel grano. Chiaramente in questo modo si puo' giustificare tutto. Oltre a cozzare con la consueta debolezza degli argomenti cari agli ufologi, c'e' da dire che se le prime tracce, semplici cerchi di spighe schiacciate, potevano far pensare all'atterraggio di un classico UFO ruotante, e' risultato sempre piu' difficile adattare questa ipotesi alle piu' recenti, complicatissime tracce; a meno naturalmente di trasformare l'ipotesi stessa in "messaggi pittografici" lasciati da una "intelligenza sconosciuta", utilizzando una "forza misteriosa", ovviamente per "scopi ignoti". In questi dieci e piu' anni, comunque, non si e' avuta nel Wiltshire una frequenza anormalmente alta di avvistamenti UFO.

Opera umana: L'ipotesi della burla e' stata sostenuta dai razionalisti, in particolare dagli scettici inglesi (8) , come l'unica possibile, ed e' stata naturalmente aborrita da chi vuole sempre spiegare l'ignoto con l'ignoto. Senza citare il rasoio di Occam o il precetto "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", si tratta semplicemente di un criterio di "economia delle ipotesi": le cause semplici sono da esaminare prima di passare a quelle piu' complesse ed astruse.
Nel nostro caso le obiezioni all'ipotesi dell'opera umana si riducevano essenzialmente a due: 1) non erano visibili tracce di accesso ai cerchi (impronte, spighe rotte ecc.) e 2) per creare i cerchi sarebbero necessari macchinari enormi. Quest'ultima obiezione si basava su ragionamenti e calcoli cosi' capziosi (vedi "L'enigma..." pag. 180-81) da non convincere, credo, nessuno che possegga un cervello appena piu' sviluppato di quello di un'ostrica. Basterebbe comunque entrare in un campo di grano con un rastrello o un bastone e si vedrebbe che piegare un po' di spighe alla volta e' naturalmente semplicissimo.

Quanto al fatto che attorno ai cerchi non sono visibili tracce di accesso, questo e' semplicemente falso. Se si esaminano le foto del citato libro di Delgado e Andrew si vede che tutti, dico tutti, i cerchi sono a cavallo di piccoli sentieri rettilinei senza spighe, prodotti durante la semina con i trattori. Su tali sentieri si puo' passare per arrivare all'interno del campo senza schiacciare le messi; gli stessi "cerchiologi" dicono di averli usati per non rovinare i cerchi durante le loro misurazioni, negando pero' che siano serviti per produrli.
Anche in assenza di tali vie d'accesso, comunque, spesso le spighe - anche se da lontano non pare - sono gia' abbastanza distanziate tra loro da permettere di camminare in un campo senza lasciare dietro di se' sentieri visibili. (Si sapra' in seguito che altri raffinati burloni produttori di cerchi usavano addirittura dei trampoli per ridurre il rischio di schiacciare le spighe con i piedi) (9).

Ma c'e' di piu'. Gia' nel 1983 un certo Francis Shepard aveva dimostrato che si potevano produrre i cerchi usando delle catene girate attorno ad un piolo. Nel luglio 1985 il Salisbury Journal riferiva che un radioamatore aveva fabbricato un gruppo di quattro cerchi a croce. Nel 1986 a Vale of Pewsey si era trovata la scritta WE ARE NOT ALONE, in inglese ed in enormi lettere nel grano, e con l'ultima N scritta rovesciata, per un evidente errore! Ebbene, nel primo libro di Delgado e Andrew ( op. cit. pp. 44 e 281) compare la foto di un campo con un cerchio, e in un angolo essa e' ritoccata per cancellare la scritta. Solo nel secondo libro, l'anno dopo, la scritta e' mostrata senza dati e presentata spudoratamente come un nuovo mistero. Questo per dire la buona fede degli autori. (Vale la pena di riportare il fatto che gli stessi credono nella rabdomanzia, affermano di avvertire le "vibrazioni che emanano dai cerchi" e ogni volta che una macchina fotografica si guasta attribuiscono la colpa all' "energia" delle tracce...). Ancora nel 1989 due giovani dell'Essex avevano confessato di avere creato per burla dei cerchi.


I TEMPI SONO MATURI

Dopo anni di queste piacevolezze, si dice che con i suoi due libri Colin Andrew abbia guadagnato sei miliardi. Se la cifra fosse vera - ma nemmeno Umberto Eco guadagna 500 milioni l'anno - considererei con serieta' l'idea di lasciare il CICAP e di diventa re l'emulo di Paola Giovetti. Ma torniamo ai cerchi.
Nel luglio 1990 10 fu lanciata l'operazione Blackbird (corvo): molti volontari si appostarono sulle colline presso Westbury per vari giorni e notti, nella speranza di essere testimoni della nascita di un cerchio. Tra i partecipanti, un'equipe televisiva inglese ed una giapponese, ed un gruppo di ufologi francesi autonominatosi VECA (Voyage Etude Cercles Anglais) diretto da Thierry Pinvidic. Durante la notte tra il 23 e il 24 luglio ai piedi di una collina si videro alcune piccole luci, e la mattina dopo si scoprirono dei nuovi cerchi. In ognuno di essi si trovo' un giocattolo da bambini.
L'esame della registrazione fatta quella notte con una telecamera all'infrarosso confermo' la presenza di esseri umani. In un campo vicino si trovo' pure , disegnato nel grano, un volto sorridente. Due giorni dopo, un gruppetto di persone scoperte a fabbricare un cerchio riusci' a sfuggire per poco. Alla fine di luglio comparve ad Alton Priors un altro "volto sorridente". I membri stessi del VECA dimostrarono come fosse possibile penetrare in una campo e fabbricare un cerchio con un rullo da giardiniere. Questa performance fu addittura filmata, e venne sottoscritta da un ufficiale giudiziario presente. La cosa piu' sorprendente di tutto questo mi pare il fatto che la grande stampa per un anno intero non abbia riportato assolutamente nulla.
Ma ormai i tempi erano maturi. Nel novembre 1990 comparve il resoconto di Pinvidic sulla rivista francese Science et Vie. (10).
Nell'estate 1991 un gruppo di studenti tedeschi fabbrico' dei cerchi che produssero qualche allarme , ma subito dopo svelarono la burla.
Si arriva cosi' al 9/9/91 (11). Alla redazione del giornale inglese Today si presentano Doug Bower e Dave Chorley, due signori di mezza eta' che dichiarano di essere gli autori dei cerchi. Per provarlo, ne fabbricano uno bellissimo davanti ai giornalisti, usando delle corde e un paio di bastoni. Pat Delgado viene avvertito e dichiara subito che il cerchio e' autentico. Posto davanti alla verita' , Delgado quasi sviene , poi dichiara che "questa rivelazione distruggera' migliaia di persone".
Se il povero Delgado sembra rassegnato, e si consolera' con i diritti d'autore, c'e' da scommettere che molti non accetteranno nemmeno l'evidenza dei fatti, e continueranno a credere... E' storia vecchia e si e' vista nei casi di medium smascherati, di Uri Geller e di altri.
Lascio al lettore l'utile esercizio di trarre da questa vicenda insegnamenti morali, scientifici, psicologici e sul ruolo dei mass media. Personalmente sono combattuto tra il piacere che la verita' sostenuta dai razionalisti sia emersa, e la tristezza per il fatto che questa burla abbia ingannato cosi' a lungo tante persone.
E sotto sotto, sono un po' deluso: anche stavolta gli omini verdi non sono sbarcati, e forse "ci sono meno cose tra il cielo e la terra di quante la filosofia ne possa sognare...".


BIBLIOGRAFIA E NOTE

1) - Time, 11 sett. 1989, p. 18 Oggi, 29 agosto 1990 R. Noyes (ed.) - The Crop Circles Enigma - Gateway Book,1990 (V. New Scientist, 1 dic. 1990, p.61.).
2) - Bollettino CICAP anno 2, n. 1. Panorama , 5 nov. 1989.
3) - G. Terence Meaden -The Cicle Effect and its Mistery - Artetech 1989
4) - New Scientist, 2 sett. 1989, p. 30
5) - Journal of Meteorology, vol 14, p. 265.
6) - Corriere della sera, 4 sett. 1990
7) - The Skeptic, marzo-apr. 1990, p. 15 ibidem, luglio-agosto 1990, p. 31 ibidem, sett.-ott. 1990, pp. 4 e 21
8) - The Skeptic, sett.-ott. 1990, pag30; ibidem, genn. -febbr. 1991. ibidem, marzo-apr. 1991, p. 27 New Scientist, 7 luglio 1990, p. 64
9) - People , 29 luglio 1990
10) - Science et Vie, n. 878, nov. 1990. Giornale dei Misteri, n. 239, sett. 1991
11) - il manifesto, Corriere della sera, il Giorno, La Stampa, il Giornale - 10 sett. 1991. Oggi n. 40, 2 ott. 1991

N.B. Non posso tacere a questo punto una piccola nota personale. Nel luglio 91, dopo aver letto "L'enigma delle tracce..." e non ancora a conoscenza dell'articolo di Science et Vie , io stesso ho prodotto un perfetto cerchio sperimentale in un campo di grano, con una corda, un picchetto e un rastrello. Mi sono fatto videoriprendere da un amico e poi ho avvertito dell' "avvistamento" il Corriere della Sera, un giornale e due radio locali . Se qualcuno avesse dichiarato autentico il cerchio, sarei uscito all o scoperto. Ebbene, i media hanno ignorato completamente la mia segnalazione e tutto e' finito nel nulla. Forse il CICAP dovrebbe indagare la psicologia dei giornalisti. La videocassetta e' presso il CICAP a disposizione di chi ne volesse una copia [nda: Il video è in fase di digitalizzazione per poi confluire nel canale YouTube del CICAP].

lunedì 17 agosto 2009

Cerchi nel grano: Strati e intrecci impossibili

Una tecnica abbastanza stressata dai circlemakers quest'anno nella produzione inglese dei crop circles, è stata l'uso di strati di steli di grano volutamente sovrapposti in modo da formare a livello visivo trame e intrecci.

Un esempio evidente è la formazione di East Field (Nr Alton Barnes, Wiltshire) del 14 Luglio.

Qui vediamo un'immagine di ciò che appare dall'alto:




Dal basso invece è possibile avere un'idea di come sono disposti gli steli guardando le immagini presenti su questa pagina.

Ad esempio osserviamo questa fotografia:


oppure quest'altra:


E' questa disposizione degli steli che crea visivamente la sensazione dell'intreccio che si vede dall'alto.
Ma come è stata ottenuta?

Guardando e comparando tutte le immagini è possibile capire che ci sono strati di steli rettilinei e paralleli (marcati da me nelle seguenti immagini con il numero 1) e strati curvilinei (marcati da me nelle seguenti immagini con il numero 2 e 3):



Tutti gli strati hanno circa la stessa larghezza che è compatibile con la dimensione di una normale tavola per appiattimento. Dunque è bastata una sola passata per realizzare questi strati.
Gli strati 1 si trovano sotto gli strati 2 e 3 e così a questo punto abbiamo la chiave per decodificare come possa essere stato realizzato l'intreccio.

Sono stati realizzati tutti gli appiattimenti di tipo 1 con una sola passata della tavola e avendo avuto cura di invertire il senso di appiattimento in modo da avere un senso alternato.
Fra ciascun appiattimento di tipo 1 è stato lasciata una fila di steli eretti della stessa larghezza.
A questo punto sono stati realizzati con percorsi curvilinei gli appiattimenti di tipo 2 e 3 con senso opposto.

Ecco svelato un altro mistero.


Francesco Grassi

martedì 11 agosto 2009

Cerchi nel grano: Il progetto Atlas di Remko Delfgaauw

Senza il Golden Tunnel dell'olandese Remko Delfgaauw, Eltjo Haselhoff forse non avrebbe scritto il suo articolo e quindi io, Claudio Cocheo e Paolo Russo non avremmo probabilmente scritto il nostro (traduzione in italiano).


Questo è il sito web di Remko Delfgaauw,

e questa è la pagina in cui viene descritta l'ultima imponente formazione del 2009.



Francesco Grassi